Sceneggiatura: Rashid Masharawi; fotografia: Baudouin Koenig; montaggio: Nestor Sanz, Jan Hendriks; musica: Samir Jubran; interpreti: Ghassan Abbas, Areen Omary, George Ibrahim, Reem Ilo, Imad Farageen, Najah Abu Al-Heja; produzione: Rashid Masharawi, Peter van Vogelpoel per Cinema Production Center/Silkroad Production/Argus Film Produktie, Palestina/Francia/Olanda 2002.

Un proiezionista palestinese viaggia di campo in campo per proiettare film ai bambini e agli adulti. I film sono la sua vita, e spesso per lui è un dramma quando un proiettore si guasta o non riesce a trovare una lampada di cui c’è bisogno. Un giorno incontra un insegnante che vuole organizzare uno spettacolo a Gerusalemme. Il problema è che i palestinesi non possono entrare in città, figurarsi con le attrezzature per la proiezione. Il proiezionista, comunque, alla fine trova la maniera di "contrabbandare" tutta l’attrezzatura, permettendo che la proiezione abbia luogo.

"Qui la lezione più vicina, se non ci inganniamo, pare essere quella di Kiarostami e degli iraniani, sia per quanto riguarda la costruzione di un effetto di realtà su tempi mutuati dal documentario, sia per il ruolo centrale di una riflessione (più o meno esplicita, più o meno metaforica) sul cinema stesso e sui suoi rapporti con la realtà."

(Emiliano Morreale, in "Cineforum", 423, marzo 2003