CIRCOLO DEL CINEMA DI BELLINZONA

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LuchinoVisconti

SENSO, 1954

Regia: L.V.; soggetto: dal racconto omonimo di C. Boito; sceneggiatura: S. Cecchi D'Amico, L. V., con la collaborazione di C. Alianello, G. Bassani, G. Prosperi, T. Williams, P. Bowles; fotografia: A. Graziati, R. Krasker; costumi: M. Escoffier, P. Tosi; musica: Sinfonia n.7 in mi maggiore di A. Bruckner; montaggio: M. Serandrei; produzione: Lux Film; durata: 115'; interpreti: A. Valli, F. Granger, M. Girotti, M. Mariani, H. Moog.

1866. Una rappresentazione del Trovatore a La Fenice di Venezia dà lo spunto per una manifestazione irredentista, durante la quale il marchese patriota Ussoni (Girotti) sfida il tenente austriaco Franz Mahler (Granger). Per salvare Ussoni, sua cugina Livia Serpieri (Valli) - anche lei di sentimenti liberali, benché sposata a un "collaborazionista" - avvicina il tenente. Livia non riesce a impedire l'esilio del cugino; si innamora invece di Mahler e ne diviene l'amante. Quando lui la lascia, lei lo cerca per tutta Venezia, incurante dello scandalo. Spinta dal marito (Moog), si reca ad un appuntamento segreto. Qui spera di incontrare l'amante; ritrova invece il cugino, che le affida il denaro raccolto per l'insurrezione. Allo scoppio della guerra, i Serpieri si trasferiscono nella villa di Aldeno. Una notte, Franz si introduce nella camera di Livia e le chiede del denaro per farsi riformare; Livia gli consegna i fondi dei patrioti. Si combatte la battaglia di Custoza. Ussoni arriva al fronte, ma viene coinvolto nella ritirata. Livia invece, temendo una vittoria italiana, raggiunge Franz a Verona. Lo trova in compagnia di una prostituta, ed è accolta con sarcasmo e disprezzo. Per vendicarsi, lo denuncia come disertore al Comando austriaco. Franz viene fucilato.

La storia dei due amanti, che sacrificano l'amor di patria alla passione, ripropone in forma negativa la situazione dell'Aida. Lo smascheramento e la simulazione servono a V. per mostrare la società del tempo nella falsa coscienza del suo patriottismo; le passioni artificiose del melodramma per ritrarre una classe che non seppe (come Ussoni) o non volle (come Livia e Franz) tenere il passo con la Storia.

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