CIRCOLO DEL CINEMA DI BELLINZONA

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LuchinoVisconti

 

LE NOTTI BIANCHE, 1957

Regia: L.V.; soggetto: dal racconto omonimo di F. Dostoevskij;sceneggiatura: S. Cecchi D'Amico, L. V.; fotografia: G. Rotunno; costumi: P. Tosi; musica: N. Rota; montaggio: M. Serandrei; produzione: CIAS-Vides, Roma / Intermondia Films, Paris; durata: 107'; interpreti: M. Mastroianni, M. Schell, J. Marais, C. Calamai.

Vagabondando nella città in cui è da poco stato trasferito, un giovane impiegato, Mario (Mastroianni), incontra nella notte una ragazza (Schell). Liberatala da alcuni giovinastri, ottiene un appuntamento per la notte seguente. Mario si illude di una conquista; ma la ragazza, di nome Natalia, gli confida la propria storia: di come si sia innamorata di un inquilino (Marais) che abitava con lei e con sua nonna, e di come attenda in quelle notti che lui tenga fede, dopo un anno di assenza, alla promessa di ritornare. Natalia chiede a Mario di consegnare a quell'uomo una lettera. Mario promette; ma poi, deluso e irritato, getta il biglietto nel canale. Al mattino, cerca di dimenticare la ragazza; la sera, di evitarla. Ma, infine, si incontrano e vanno insieme a danzare. Tra i due si crea una maggiore intimità; ma, all'ora stabilita, Natalia corre al suo appuntamento. Stizzito, Mario fa per accompagnarsi con una prostituta (Calamai) ed è coinvolto in una rissa di portuali. Rincontra poi Natalia sola e le confessa di aver distrutto la lettera e di essere innamorato di lei. La ragazza sembra disposta a ricambiarlo, ma proprio allora appare l'inquilino. Natalia corre da lui. Mario, affranto ma privo di rancore, torna alla sua iniziale solitudine.

"Tutto deve essere come se fosse finto; ma quando si ha la sensazione che è finto, deve diventare come se fosse vero", diceva V. Un principio di contraddizione tra verità e verosimiglianza cui obbediscono tutti gli elementi del film: dall'accento artificiale e insieme misterioso della Schell, ai rumori naturali introdotti nell'ambiente ricostruito in teatro; dalla fotografia, impostata su base realistica, ma che illumina le scene in rapporto allo stato d'animo dei protagonisti, alla stessa regia, sempre ineccepibile, eppure noncurante in molti casi della grammatica tradizionale e degli scavalcamenti di campo.

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