CIRCOLO DEL CINEMA DI BELLINZONA

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LuchinoVisconti

LA CADUTA DEGLI DEI, 1969

Regia: L.V.; soggetto e sceneggiatura: N. Badalucco, E. Medioli, L. V.; fotografia: A. Nannuzzi, P. De Santis; costumi: P. Tosi, V. Marzot; musica: M. Jarre; montaggio: R. Mastroianni; produzione: Pegaso-Italnoleggio, Roma/Praesidens Film, Zürich/Eichberg Film, München; durata: 150'; interpreti: D. Bogarde, I. Thulin, H. Griem, H. Berger, U. Orsini, R. Koldehoff, A. Schönhals.

28 febbraio 1933. Il vecchio industriale Joachim von Essenbeck (Schönhals), durante una riunione di famiglia, nomina alla vicepresidenza delle acciaierie l'ufficiale delle SA Kostantin (Koldehoff), allo scopo di compiacere il partito nazista. Indignato, il liberale Herbert (Orsini) dà le dimissioni e si rifugia all'estero. Durante la notte, Joachim viene assassinato, e la responsabilità del delitto è addossata a Herbert. Il nipote di Joachim, Martin (Berger), eredita la maggioranza delle azioni; ma, succube della madre Sofia (Thulin), nomina alla presidenza l'amante di lei, Friederich (Bogarde). Essi sono i veri autori del delitto, compiuto su istigazione dell'ufficiale delle SS Aschenbach (Griem). Più tardi, in seguito al suicidio di una bambina ebrea sedotta da Martin, Kostantin riesce a ricattarlo, per assicurarsi la presidenza. Ma Friederich lo uccide, durante la strage delle SA del 30 giugno 1934. Tutto il potere passa così nelle mani di Friederich e Sofia, che eliminano anche la moglie di Herbert e fanno internare le sue bambine, per costringerlo a costituirsi. Preoccupato della loro eccessiva ambizione, Aschenbach trasferisce il suo appoggio a Martin. Questi, pervaso dall'odio e dal desiderio di rivalsa, stupra la madre e, dopo aver acconsentito al suo matrimonio con Friederich, li costringe entrambi al suicidio.

V. basa l'ambientazione del film sul saggio di W. L. Shirer Storia del Terzo Reich; si documenta sulla morte di Hitler e Eva Braun; rispecchia nella storia degli Essenbach la mentalità e il modo di agire dei grandi industriali tipo Thyssen, Krupp o Borsig. Egli tuttavia non intende fare opera storica ma opera di finzione, intrisa di suggestioni autobiografiche e culturali. E, soprattutto, fa riferimento alle predilette fonti musicali e letterarie tedesche. Il grande modello è il melodramma wagneriano, cui si richiama lo stesso sottotitolo del film: Götterdämmerung... V. interpreta l'ascesa del nazismo come il prevalere dello spirito nibelungico (inteso come mondo barbarico, irrazionale, demoniaco) sullo spirito della civiltà borghese, rappresentato dai valori culturali del passato e, soprattutto, dal vecchio ordine familiare e patriarcale.

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