CIRCOLO DEL CINEMA DI BELLINZONA

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LuchinoVisconti

Quante volte si è parlato di me come un "decadente". Ma io ho della "decadenza" un'opinione molto alta: quello che mi ha sempre interessato è l'analisi di una società malata. (1975)

Noi dobbiamo porci in un atteggiamento morale di fronte agli avvenimenti, alla vita: in un atteggiamento, insomma, che ci consenta di vedere con occhio limpido, critico, la società così come è oggi, e raccontare fatti che di questa società fanno parte. (1960)

Preferisco raccontare le sconfitte, descrivere le anime solitarie, i destini schiacciati dalla realtà. Racconto personaggi di cui conosco bene la storia. Ognuno dei miei film forse ne nasconde un altro: il mio vero film, mai realizzato, sui Visconti di ieri e di oggi. (??)

Presentazione

Era uno dei tanti "sogni nel cassetto", uno di quei maestri a cui ci sembrava giusto, doveroso, quasi obbligatorio rendere omaggio. Come Fellini, Fassbinder, Rohmer, Tavernier (per citare alcuni degli autori visitati in questi ultimi anni), o Antonioni, Herzog, Loach (altri sogni, altri progetti futuri).

Perché Visconti? Perché...

Come motivare la magia del cinema di Visconti, la sua capacità di analizzare la realtà con un occhio personalissimo, e nello stesso tempo riuscire a rendere atmosfere irreali, fantastiche, come spiegare il suo "stile", la sua influenza su tutta la storia del cinema degli ultimi cinquant'anni?

C'è un unico modo, credo: lasciar parlare Visconti stesso.

Al cinema mi ha portato soprattutto l'impegno di raccontare storie di uomini vivi: di uomini vivi nelle cose, non le cose per se stesse. Il cinema che mi interessa è un cinema antropomorfico. Di tutti i compiti che mi aspettano come regista, quello che più mi appassiona è dunque il lavoro con gli attori; materiale umano con i quali si costruiscono questi uomini nuovi, che, chiamati a viverla, generano una nuova realtà, la realtà dell'arte.... L'esperienza fatta mi ha soprattutto insegnato che il peso dell'essere umano, la sua presenza, è la sola "cosa" che veramente colmi il fotogramma, che l'ambiente è da lui creato, dalla sua vivente presenza, e che dalle passioni che lo agitano questo acquista verità e rilievo; mentre anche la sua momentanea assenza dal rettangolo luminoso ricondurrà ogni cosa a un aspetto di non animata natura. Il più umile gesto dell'uomo, il suo passo, le sue esitazioni e i suoi impulsi da soli danno poesia e vibrazioni alle cose che li circondano e nelle quali si inquadrano. Ogni diversa soluzione del problema mi sembrerà sempre un attentato alla realtà così come essa si svolge davanti ai nostri occhi: fatta dagli uomini e da essi modificata continuamente.

Ecco dunque la realtà di Visconti, ecco la realtà e l'attualità del suo cinema.

Ancora una volta i cineclub di Lugano, Bellinzona, Locarno, Mendrisio e il Dicastero Cultura del comune di Chiasso, uniscono le loro forze per offrire un progetto culturale che speriamo possa interessare soprattutto i giovani, che hanno avuto la possibilità di conoscere il cinema di Visconti solo grazie ai canali televisivi, ma sicuramente tutti coloro che amano il cinema, il grande cinema.

Questa rassegna non sarebbe stata possibile senza la preziosa collaborazione di Dimma Ongaro dell'associazione La Fenice di Roma, Bernhard Uhlmann della Cinémathèque Suisse di Lausanne e Adriano Aprà della Cineteca Nazionale di Roma: a loro i nostri più sentiti ringraziamenti.

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