CIRCOLO DEL CINEMA DI BELLINZONA

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LuchinoVisconti

IL LAVORO (ep. di BOCCACCIO '70), 1962

Regia: L.V.; soggetto: dal racconto di G. de Maupassant Au bord du lit; sceneggiatura: S. Cecchi D'Amico e L.V.; fotografia: G. Rotunno; musica: N. Rota; montaggio: M. Serandrei; produzione: Concordia-Cineriz, Roma/Francinex, Gray-Films, Paris; durata: 46'; interpreti: R. Schneider, T. Millian, P. Stoppa.

Il giovane conte Ottavio (Milian) è coinvolto in uno scandalo di "squillo" da un milione. Il suo palazzo milanese è invaso dagli avvocati, preoccupati delle reazioni della stampa e soprattutto di quelle della moglie Pupe (Schneider), dal momento che il padre di lei ha bloccato il loro conto in Svizzera. Ma la donna non fa scenate di gelosia: l'episodio le fa vedere in luce nuova l'elemento "denaro". Quando il marito mostra il desiderio di fare l'amore con lei, esige di essere pagata. La cosa comincia come un gioco bizzarro, ma alla fine Pupe si rende conto che il suo "lavoro" consiste davvero nella prostituzione matrimoniale.

Essenzialissimo, tutto dialogo, quasi privo di descrizioni d'ambiente, Au bord du lit vive di un lapidario paradosso e di un sottile gioco di civetteria erotica. V. invece pone l'accento sul tema del denaro, e interpreta il senso del racconto alla luce della definizione marxista del matrimonio nella società borghese come l'equivalente di una prostituzione legalizzata.

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