CIRCOLO DEL CINEMA DI BELLINZONA

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LuchinoVisconti

BELLISSIMA, 1951

Regia: L.V.; soggetto: da un'idea di C. Zavattini; sceneggiatura: S. Cecchi D'Amico, F. Rosi, L. V.; fotografia: P. Portalupi, P. Ronald; costumi: P. Tosi; musica: F. Mannino, su temi da L'elisir d'amore di Donizetti; montaggio: M. Serandrei; produzione: Film Bellissima; durata: 113'; interpreti: A. Magnani, W. Chiari, T. Apicella, A. Blasetti, G. Rendelli.

Il regista Alessandro Blasetti cerca una bambina per un film. Accorre a Cinecittà una folla di madri, tra cui la popolana Maddalena Cecconi (Magnani) con la figlia Maria. Maddalena fa tutti i sacrifici possibili pur di pagare alla figlia il fotografo, la maestra di recitazione e di ballo, la sarta, il parrucchiere. Litiga con il marito Spartaco (Renzelli), che si oppone ai suoi desideri e consegna tutti i risparmi ad un piccolo truffatore che la circuisce, Alberto Annovazzi (Chiari), nella speranza che possa favorire la figlia. La bambina viene ammessa al provino, e Maddalena riesce a sbirciare la proiezione. Vede allora sullo schermo la figlia in lacrime e, nella saletta, i "cinematografari" che si sbellicano dalle risate. Indignata e umiliata, Maddalena si rende conto delle sue ambizioni sbagliate e, quando la figlia viene effettivamente prescelta, rifiuta di firmare il contratto e si riconcilia con il marito.

Quello di Bellissima è un mondo quasi esclusivamente femminile: madri frustrate che cercano nelle figlie il compenso allo squallore delle loro esistenze. Una condizione svilita e grottesca che V. descrive con profondo pessimismo... Il film trascende i limiti dello schizzo di vita popolare e della satira di costume. Lo stesso discorso sul cinema appare secondario rispetto al tema principale: un ritratto di donna.

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