CIRCOLO DEL CINEMA DI BELLINZONA

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L’Atalante
di Jean Vigo, F 1934
Soggetto: Jean Guinée; sceneggiatura e dialoghi: Jean Vigo, Albert Riéra; fotografia: Boris Kaufman; montaggio: Louis Chavance; musica: Maurice Jaubert; interpreti: Michel Simon, Jean Dasté, Dita Parlo, Gilles Margaritis, Louis Lefebvre, Fanny Clar, Raphael Diligent, Charles Goldblatt, Pierre e Jacques Prévert; produzione: L. Nounez.

35mm, bianco e nero, v.o. francese, 89’

La difficile vita dei novelli sposi Juliette (Parlo) e Jean (Dasté) a bordo dell’Atalante, chiatta sempre in movimento governata dal vecchio mozzo père Jules (Michel Simon) e da un ragazzo (Lefebvre). Alle gioie delle nozze succedono le incomprensioni e la routine della vita quotidiana: Juliette penserà anche di fuggire, ma poi i due sposi torneranno insieme sulla loro chiatta.

Una sceneggiatura che Vigo non amava molto, ma che seppe trasformare, con la sua poetica visionarietà, in un capolavoro. Magico punto d’incontro tra le esperienze avanguardistiche e il cinema sociale, all’epoca subì un clamoroso insuccesso commerciale che, insieme alla improvvisa morte del giovanissimo autore (5 ottobre 1934), ne impedì la visione integrale per decenni. Vigo con questo film rompe violentemente con la tradizione realista del cinema francese per privilegiare un approccio totalmente poetico con qualche lampo surrealista (la sequenza sott’acqua, resa popolare oggi dalla sigla di Fuori orario) dove l’accento non è più messo sulla psicologia dei personaggi ma su alcuni istanti e particolari che "possono sorgere da non si sa dove e sparire come sono venuti, senza ragione né logica che non sia quella della poesia e della forza dell’amore". Solo nel 1990, grazie a fortunate ricerche e a un accurato restauro filologico, è stato possibile ammirarlo nella forma più vicina all’originale. Tra le scene reinserite ci sono la marcia nuziale, la lotta contro se stesso e la danza esotica di père Jules, il delirio di Jean durante la fuga di Juliette. Da ricordare il fondamentale apporto dell’operatore Boris Kaufman, fratello di Dziga Vertov. Dopo i tagli imposti dai distributori, il film fu anche rititolato La Chaland qui passe, a partire da una canzone che era stata aggiunta contro la volontà di Vigo.