CIRCOLO DEL CINEMA DI BELLINZONA

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Martin Scorsese
seconda parte
aprile - giugno 2002

Introduzione

Programma
Schede dei film
 
Nel clima falsamente rassicurante degli anni Ottanta, nel pieno della restaurazione reaganiana, Martin Scorsese continua a proporre figure umane lacerate e dolenti, dilaniate dal dubbio e incapaci di vivere in sintonia con la propria epoca. La prima parte di questa retrospettiva si era chiusa con After Hours (Fuori orario, 1985), che esplorava la realtà rovesciata della metropoli in cui finiva per affondare un tranquillo rampollo della classe media. Con The Color of Money (Il colore dei soldi, 1986), film voluto da Paul Newman e concepito come seguito di un film degli anni Sessanta, The Hustler (Lo spaccone, 1961) di Robert Rossen, il vecchio campione di biliardo Eddie Felson si lancia nella difficile impresa di dimostrare a se stesso di essere ancora il migliore in circolazione, ma dovrà fare i conti con un mondo che non è più quello di una volta. Anche il successivo The Last Temptation of Christ (L’ultima tentazione di Cristo, 1988) non fa in fondo che proporre la figura di un Gesù conflittuale e problematico, insicuro sulla propria origine divina e sulla necessità del sacrificio. Incertezze e solitudine : questi i temi di tutti i film di Martin Scorsese, compresi quelli degli anni Novanta. Dove l’accento viene messo sempre più sull’impossibilità di vivere un vero rapporto umano in una società ipocrita e violenta, sia nei film più " personali " in cui il regista torna ad esplorare l’universo familiare della mafia italoamericana, come in GoodFellas (Quei bravi ragazzi, 1990) o in Casino (Casinò, 1995), sia in quelli realizzati su sollecitazioni altrui come Cape Fear (Cape Fear. Il promontorio della paura, 1991), remake dell’omonimo film del 1962 di Jack Lee Thompson, sia in quelli in cui l’attenzione si sposta in altri universi temporali o culturali, come in The Age of Innocence (L ‘età dell’innocenza, 1993) o in Kundun (1997). E sempre queste ossessioni tematiche vengono sviluppate con la maniacale consapevolezza di esprimersi attraverso il cinema, di collocarsi in un preciso momento della storia della settima arte, quindi con un’attenzione spasmodica alla forma, che non è mai casuale o gratuita ma si piega di volta in volta alle esigenze espressive del regista. La completa immersione di Scorsese nell’universo del cinema è ben testimoniata dai due lunghissimi documentari che siamo lieti di presentare come le vere chicche di questa seconda parte della retrospettiva : A Personal Journey with Martin Scorsese through American Movies (Viaggio nel cinema americano, 1995) e Il mio viaggio in Italia (2001), che per ragioni soprattutto finanziarie possiamo offrire soltanto come eventi unici, rispettivamente all’Ideal di Giubiasco e all’Iride di Lugano, sperando comunque che siano molti gli appassionati cinefili delle altre località a decidersi per uno spostamento di cui non si pentiranno.

Michele Dell’Ambrogio
Circolo del cinema Bellinzona