CIRCOLO DEL CINEMA DI BELLINZONA

home


Il Free Cinema inglese

La presentazione pubblica del free cinema inglese avviene con un manifesto compilato da Lindsay Anderson e Karel Reisz in occasione di una rassegna londinese a loro dedicata, nel 1956. I due registi intendevano porre al centro del dibattito la necessità che il cinema fosse parte attiva di una società diversa. Rispetto alla quasi contemporanea nouvelle vague francese, l'attenzione è rivolta più alla contestazione e alla rabbia dei contenuti che non alla contemporanea evoluzione formale: anzi, molto spesso le opere del free cinema sono ben costruite spettacolarmente, fotografate con correttezza e risentono di un'impostazione teatrale mutuata dai contemporanei 'young angry men' (Osborne e gli altri). E' evidente che un minimo comune denominatore unisce free cinema e 'young angry men': la crisi che proprio in quel periodo è conosciuta dall'impero inglese, la fine del mito di grande potenza che aveva accompagnato per secoli la Gran Bretagna.

All'inizio, il free cinema dedica tutta la sua attenzione al documentario, ma presto anche la finzione suscita l'interesse della nuova leva di registi e di attori. Mancando, però, di confini precisi e di discriminanti (anche politiche) delimitate, il free cinema resta una specie di contenitore all'interno del quale operano i registi più differenti, dimostrando per lo più ottime capacità spettacolari come si vedrà nella loro futura carriera commerciale. I documentari - tra cui O' Dreamland (Terra di sogno, 1953) di Lindsay Anderson, Momma Don't Allow (Mamma non vuole, 1955) di Karel Reisz e Tony Richardson, We Are the Lambeth Boys (Siamo i ragazzi di Lambeth, 1958) di Karel Reisz, Every Day Except Christmas (Tutti i giorni eccetto Natale, 1957) di Lindsay Anderson - sono concepiti come film-inchiesta su determinati momenti e luoghi della vita sociale. Il successo internazionale della nuova corrente è però garantito da alcuni film di finzione di ottima fattura e venati dall'amarezza e dalla denuncia sociale: Look Back in Anger (I giovani arrabbiati, 1959), A Taste of Honey (Sapore di miele, 1961),- The Loneliness of the Long-Distance Runner (Gioventù, amore e rabbia, 1962) - tutti diretti da Tony Richardson - This Sporting Life (Io sono un campione, 1963) di Lindsay Anderson, Billy Liar (Billy il bugiardo, 1963) di John Schlesinger e soprattutto Saturday Night and Sunday Morning (Sabato sera, domenica mattina, 1961) di Karel Reisz, forse l'opera più interessante della corrente. Film tutti ben costruiti, attenti alla possibilità di essere capiti anche dal grande pubblico, portano un attacco diretto ad alcune convenzioni borghesi. Appare evidente come un cinema così variegato e poco saldo culturalmente e ideologicamente presupponesse carriere molto diverse da regista a regista. Richardson perde progressivamente mordente e capacità spettacolari: dopo The Charge of the Light Brigade (I seicento di Balaklava, 1968) non riesce più a ritrovare il successo: anche Anderson rimane fermo al suo film sessantottesco, If.É,( Se..., 1969), violentemente critico contro l'establishment scolastico. Reisz e Schlesinger si recano in America: il primo realizzando alcuni film d'azione nei quali dimostra di non avere perso l'atteggiamento provocatorio e stimolante maturato in Gran Bretagna, soprattutto in Dog Soldiers (I guerrieri dell'inferno, 1978): il secondo invece concedendo molto al melodramma di maniera come in Midnight Cowboy (Un uomo da marciapiede, 1969). Dopo il 1965, comunque, la spinta comune si può considerare esaurita e il movimento del free cinema sciolto.

Ai margini del free cinema si sono poste alcune personalità tra cui Jack Clayton e Richard Lester. Il secondo in particolare, con uno stile scanzonato, derivato dalle tecniche pubblicitarie, ha reso graffiante anche formalmente l'anticonformismo del free cinema; e sicuramente le sue opere erano ben presenti a Reisz quando ha girato Morgan, a Suitable Case for Treatment (Morgan matto da legare, 1966), parabola di un rivoluzionario individualista narrata nello stile della 'swinging London'. Il free cinema ha poi influenzato molto del cinema impegnato inglese anche contemporaneo, soprattutto Ken Loach con il suo Family Life (id., 1971). Elementi formali del free cinema - quale l'estrema professionalità della messa in scena sono rintracciabili nel nuovo cinema australiano, particolarmente in Peter Weir e nel suo Picnic at Hanging Rock (Picnic a Hanging Rock, 1975).


testo tratto da F Di Giammatteo, Dizionario universale del cinema, Roma 1985