CIRCOLO DEL CINEMA DI BELLINZONA

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Nuovo cinema polacco*

Ingenui perversi (1960) di Andrzej Wajda e Il coltello nell'acqua (1962) di Roman Polanski sono i due film contro i quali, nella sessione plenaria del comitato centrale del partito comunista polacco del 1963, si scagliò il premier Wladislaw Gomulka che individuava nel e nel le colpe del recente cinema polacco** .

La vocazione dei politici alla critica cinematografica non è un fatto nuovo. Basti pensare non solo alla Russia stalinista, ma anche al Andreotti censore dei di De Sica-Zavattini e al morboso interesse per Hollywood del famigerato senatore McCarthy.

E' evidente che quando il politico si trasforma in critico cinematografico non sta facendo quello che Truffaut chiama scherzosamente il , ma sta facendo in pieno il suo primo mestiere: tanto è vero che abitualmente tali hanno effetti ben più tangibili di una recensione giornalistica.

In realtà può spesso accadere che quello che può sembrare un giudizio estetico (per esempio In effetti Ingenui perversi e Il coltello nell'acqua (e questo indipendentemente dal loro e dal diverso significato che assumono nella filmografia dei rispettivi autori) possono essere presi come spartiacque tra la grande stagione del cinema polacco degli anni cinquanta e l'epoca delle degli anni sessanta alla quale la Polonia partecipa in un certo senso in modo marginale. A differenza di quanto è accaduto in altri paesi dell'est europeo come Ungheria e Cecoslovacchia, la Polonia che si era trovata ad anticipare con i fermenti innovativi che avevano preceduto e seguito l' e con i significativi esordi degli anni cinquanta (Kavalerowicz, Has, Konwicki, Kutz, oltre a Wajda, naturalmente) vive in clima di incertezza, di crisi e di riflusso produttivo la nuova stagione. Non che manchino sintomi di vitalità. Basti ricordare gli esordi di Polanski e Skolimovski, appunto, i quali però spostano ben presto, dopo le loro significative affermazioni internazionali, la loro attività al di fuori della Polonia, come del resto Jan Lenica e Valerian Borowczyk, due fra i più originali autori del cinema d'animazione (quest'ultimo, anzi, finirà per abbandonare definitivamente anche l'animazione, dopo aver realizzato opere significative come Théâtre de M. e M.me Kabal, 1967, per darsi a un cinema di raffinato e erotismo).

Va comunque aggiunto che sul cadere degli anni sessanta si possono rilevare sintomi di ripresa non solo grazie a una rinnovata vitalità della produzione di Wajda ma anche grazie a una politica di nuovi esordi (il cosiddetto ) che ha permesso l'affermazione di Krzysztof Zanussi che diventerà uno dei più significativi autori polacchi degli anni settanta.

La situazione e gli sviluppi del cinema polacco degli anni sessanta non possono, quindi, essere compresi se non si risale al decennio precedente, cercando di individuare i tratti peculiari della riorganizzazione produttiva dopo le vicende belliche, il particolare significato assunto dal cinema nell'ambito della cultura polacca e le figure di maggior spicco(...)


* da A. Costa, Andrzej Wajda e il nuovo cinema polacco, in A.A.V.V., Storia del cinema, 3, Venezia, Marsilio, 1978

** M. e A. Liehrn, Il cinema nell'Europa dell'est negli ultimi quindici anni, in AA. VV., Il cinema nell'Europa dell'est. 1960-1977, La Bienneale di Venezia-Marsilio, 1977, p. 87.