CIRCOLO DEL CINEMA DI BELLINZONA

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C'era una volta in Jugoslavia...

 

Leone d'oro per la miglior opera prima alla Mostra del cinema di Venezia del 1981 per Ti ricordi di Dolly Bell?, Palma d'oro al Festival di Cannes del 1985 per Papà è in viaggio d'affari, Premio speciale della giuria per la miglior regia sempre a Cannes nel 1989 per Il tempo dei gitani, Orso d'argento e Premio speciale della giuria a Berlino nel 1993 per Arizona Dream, seconda Palma d'oro a Cannes nel 1995 per Underground: non esiste, nel panorama del cinema contemporaneo, nessun altro autore così giovane (Emir Kusturica è nato a Sarajevo il 24 novembre del 1954 e compirà quindi fra poco 45 anni) che possa vantare un tale prestigioso palmarès. Sei film distribuiti in tutto il mondo, e nessuno sbagliato, compreso l'ultimo, il gustosissimo ed esilarante Gatto nero gatto bianco. Oltre a questo invidiabile curricolo, altri fatti hanno contribuito a creare quella dimensione prematuramente mitica che ormai avvolge la persona e l'opera di questo grande e folle visionario che si ostina a proclamarsi jugoslavo prima che bosniaco o musulmano: la feroce e insulsa polemica scatenata da Underground (il regista è stato accusato, in primo luogo da chi non aveva visto il film, di aver tradito gli ex amici bosniaci, di essersi schierato con Milosevic e di aver realizzato una "versione rock, postmoderna, corrente, americanizzata e girata a Belgrado della propaganda serba più bugiarda"); la successiva dichiarazione di Kusturica di voler abbandonare il cinema in occasione del suo quarantesimo compleanno (decisione poi per fortuna disattesa, come spesso avviene in questi casi); e non da ultimo la sua passione attiva per la musica (concretizzatasi nella proficua collaborazione con Goran Bregovic, ma soprattutto nelle sue esibizioni come musicista rock).

Siamo fermamente convinti che vedere o rivedere i film di Kusturica significhi prima di tutto immergersi nel flusso caotico e trascinante di un grande cinema barocco e irrazionale; ma crediamo anche che ciò possa contribuire (magari confrontando la sua opera con quella di Goran Paskaljevic, l'altro illustre cineasta jugoslavo cui Castellinaria dedicherà una retrospettiva nel mese di novembre) a rendere meno superficiale la nostra visione degli atroci conflitti che hanno insanguinato i Balcani in questi ultimi anni.

La retrospettiva che offriamo al pubblico ticinese non si limita a riproporre i sei conosciutissimi lungometraggi di Kusturica, ma include (e si tratta di una prima svizzera) il suo lavoro di diploma alla Famu di Praga (Guernica, del 1978, già vincitore del Festival di Karlovy-Vary) e due telefilm realizzati per la tv di Sarajevo (Arrivano le spose, del 1979, e Bar Titanic, del 1980): si può quindi dire completa, se si escludono i due cortometraggi amatoriali in super 8 girati durante gli anni del liceo. Un ringraziamento particolare, per l'ottenimento di queste copie inedite nel nostro paese, va al Cinema Lumière e alla Cineteca del Comune di Bologna.

 

Michele Dell'Ambrogio
Circolo del cinema Bellinzona

 

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