CIRCOLO DEL CINEMA DI BELLINZONA

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Luis Buñuel

parte prima 1929 - 1955

Cela s’appelle l’aurore

Gli amanti di domani, Francia/Italia 1955
35mm, bianco e nero, v. it., 102’

Soggetto e sceneggiatura : Luis Buñuel e Jean Ferry, da un romanzo di Emmanuel Roblès ; fotografia : Robert Lefebvre ; montaggio : Marguerite Renoir ; musica : Joseph Kosma ; interpreti : Lucia Bosè, Georges Marchal, Gianni Esposito, Nelly Borgeaud, Henri Nassiet, Julien Bertheau, Jean-Jacques Delbo, Gaston Modot, Simone Paris, Robert Lefort, Pascal Mazzotti, Brigitte Elloy, Marcel Peres ; produzione : Claude Jaeger per Les Films Marceau, Parigi, e Laetitia Film, Roma.
Dopo aver sfidato la giustizia (nascondendo un amico ricercato) ed essersi scontrato con la moglie e il suo potente padre (che voleva offrirgli un prestigioso posto di lavoro) un giovane medico (Marchal) può finalmente coronare il suo sogno d’amore con la bella Clara (Bosè). Per il suo ritorno in Francia, Buñuel richiama per una piccola parte il protagonista de L’âge d’or, Gaston Modot (ormai settantenne), e cita Dalí nel quadro alle spalle del commissario, come per ricollegarsi ai temi a lui più cari : l’orrore per la borghesia e i suoi valori, l’inno all’amore, l’irriducibile anarchismo(...) Il titolo originale è tratto da un verso dell’Elettra di Jean Giraudoux e si riferisce all’aurora dell’amore. (Mereghetti)
Cela s’appelle l’aurore è " un film veramente rivoluzionario, un film sulla condizione umana, un film sulla solidarietà e sulla libertà, sulla lotta sociale legata indissolubilmente all’amore ", ma " dieci registi francesi – ha scritto Ado Kyrou – avrebbero potuto farlo bene come Buñuel, nessuno invece avrebbe potuto fare El o Ensayo de un crimen .
(Cattini)
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