Circolo del cinema di Bellinzona

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CH-6500 Bellinzona

8 SETTEMBRE 2015 -

9 MAGGIO 2016

ROBERT ALTMAN

dopo gli anni Settanta

 

Quando nella scorsa stagione avevamo ideato e proposto la rassegna Robert Altman, 10 film degli anni Settanta, non ne prevedevamo necessariamente un seguito, anche perché eravamo convinti che il regista americano avesse dato il meglio di sé proprio in quel decennio, con la sua originalissima rilettura dei generi cinematografici e con l’approdo a quella struttura narrativa caotica e a mosaico di cui Nashville costituisce l’indiscusso capolavoro. Ma è anche vero che, terminando l’introduzione a quella rassegna, non avevamo escluso la possibilità di “raccontare un’altra volta” le tappe successive della sua infaticabile carriera sempre controcorrente rispetto ai modelli hollywoodiani. E la voglia di concretizzare questo labile proposito ci è venuta perché stimolati da alcuni spettatori, probabilmente incuriositi a saperne di più anche dopo la visione dal recente documentario di Ron Mann che avevamo proposto fuori programma.
Altman è stato un regista troppo prolifico per poter firmare sempre e solo dei capolavori: ha avuto i suoi alti e bassi e dopo Nashville la critica è stata in genere assai feroce con lui, non perdonandogli certe sue cadute di tono e andando a scovare presunte debolezze anche quando realizzava film eccelsi da tutti attesi come ritorni in grande stile. Coscienti che sarebbe stato impossibile e anche controproducente mostrare tutti i suoi film realizzati dopo Quintet, ognuno dei quattro cineclub ticinesi ha fatto le proprie scelte in completa autonomia. Ed è interessante notare che solo tre film, sui dodici poi finiti in questo programma, sono stati selezionati da tutti: The Player (I protagonisti, 1992), Short Cuts (America oggi, 1993) e il suo ultimo, consacrato come film-testamento, A Prairie Home Companion (Radio America, 2006). Tre film che evidentemente rappresentano le vette della sua creatività una volta tornato in America dopo la parentesi europea, ma che non per questo devono oscurarne altri che qui offriamo agli spettatori incantati da quelli che hanno ammirato la scorsa stagione.
All’inizio degli anni Ottanta, Altman si interessa soprattutto a trasformare per il grande schermo (“trasformare” non significa certo “adattare”) alcune pièces teatrali, concentrandosi su pochi personaggi, a differenza di quanto aveva fatto nei suoi migliori film “corali” del decennio precedente. Su tutti spicca il primo tentativo, Come Back to the Five & Dime, Jimmy Dean, Jimmy Dean, splendido ritratto di tre donne di mezza età che rivivono e rimpiangono la giovinezza perduta e i suoi miti. Ma sicuramente degni del massimo interesse sono anche Stramers (su quattro giovani che si preparano a partire per il Vietnam) e, nonostante i suoi difetti, Fool for Love, di e con Sam Shepard (su tre disperati che si incontrano in un motel nel deserto).
Poi c’è la virata nella commedia satirica, qui rappresentata da Beyond Therapy, e la fuga in Europa, dove realizza un telefilm su Van Gogh (Vincent and Theo) di alta qualità artistica. Torna negli Usa all’inizio degli anni 90’, non certo con le armi spuntate, e torna a proporre film affollati di personaggi, sia per irridere l’imbecillità degli studios hollywoodiani (The Player) sia per ritrarre da entomologo un’umanità allo sbando (Short Cuts) sia per lasciarsi sedurre come spettatore dal mondo dell’alta moda (Prêt-à-porter) sia per rifare a suo modo La règle du jeu di Renoir (Gosford Park). Fino a scandagliare ancora una volta quell’America provinciale e profonda che è parte indelebile della sua stessa natura, anche se spesso oggetto dei suoi strali acuminati (A Prairie Home Companion).
Anche nei suoi film non perfettamente riusciti, non si potrà comunque fare a meno di ammirare la sua straordinaria capacità di dirigere gli attori. Altman li amava e ne era riamato. Tra stelle di Hollywood e scoperte sue, sfileranno sugli schermi di questa rassegna decine e decine di volti prestigiosi del cinema americano: da Kim Basinger a Cher, da Julianne Moore a Glenn Close, da Jack Lemmon a Tim Robbins, da Matthew Modine a Robert Downey jr…
Buone visioni!



Michele Dell’Ambrogio

Circolo del cinema Bellinzona




  1. Per alcuni film, nonostante le nostre ricerche, non abbiamo potuto risalire agli aventi diritto.
    Siamo comunque pronti a rispondere ad eventuali pretese in tal senso.

Per l’ottenimento delle copie e dei diritti si ringraziano:

  1. Cinémathèque suisse, Losanna

  2. Park Circus, Glasgow

  3. Praesens Film, Zürich