Circolo del cinema di Bellinzona

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CH6500 Bellinzona

12  OTTOBRE -

6 NOVEMBRE 2012

PAESAGGI CONTEMPORANEI

in collaborazione con GEA-associazione dei geografi, in occasione del Festival
Paesaggio senza identità? Per una geografia del progetto locale,

Monte Verità Ascona, 20-21 ottobre 2012

 

Con piacere i Circoli del cinema di Bellinzona e di Locarno hanno accettato l’invito di GEA-associazione dei geografi di allestire una breve rassegna di film in occasione del Festival Paesaggio senza identità? Per una geografia del progetto locale, che si svolgerà il 20 e il 21 ottobre al Monte Verità di Ascona. Dopo l’entusiasmo iniziale, si è però subito presentata la difficoltà di scegliere dei film su un tema così vasto e generico. Era chiaro che dovevamo concentrarci su film nei quali il paesaggio non è un semplice fondale sul quale si svolge una vicenda, ma diventa esso stesso protagonista. E certo nella storia del cinema non mancano i titoli di film memorabili nei quali il paesaggio diventa almeno parimenti importante dei protagonisti umani. Non potendo mettere a disposizione troppe date in ottobre, abbiamo però deciso di tralasciare film celebri del passato per concentrarci su opere recenti, in parte inedite nella Svizzera italiana, che soddisfacessero questa premessa. E abbiamo anche circoscritto il concetto di paesaggio (con l’eccezione di No Man’s Zone, documentario giapponese sul dopo-Fukushima) ai territori italiani e svizzeri. Sulla realtà paesaggistica del nostro paese volevamo in realtà presentare anche Hiver nomade, il bel film di Manuel von Stürler visto all’ultimo Festival di Locarno, che segue una transumanza invernale nella Svizzera romanda  attraverso territori in piena trasformazione, tra zone residenziali e aeree industriali: ma il distributore ci ha negato il film perché proprio in ottobre inizierà la sua avventura nelle sale d’oltralpe. Così l’unico spunto di riflessione sul paesaggio svizzero è affidato a L’enfant d’en haut (Sister), il film di Ursula Meier premiato quest’anno a Berlino e nel quale si scontrano senza mai veramente incontrarsi due zone del basso Vallese: la periferia squallida del fondovalle e il “paradiso” dorato della stazione sciistica raggiungibile dal piano con la funivia. E poi l’Italia: con il documentario del belga Gilles Coton, che ripercorre a cinquant’anni di distanza il viaggio che fece Pier Paolo Pasolini lungo le coste della penisola, da Ventimiglia a Trieste; e con due film di ambientazione calabrese che mostrano i due volti del Sud, quello incontaminato e agreste de Le quattro volte di Michelangelo Frammartino; e quello selvaggiamente deturpato di Corpo celeste, il sorprendente film d’esordio di Alice Rohwacher).

Evidentemente con questa scelta molto ridotta non pretendiamo di  addentrarci in tutte le sfaccettature di un tema variegato e complesso, ma se saremo riusciti a fornire, attraverso dei film che amiamo, un piccolo contributo ad una riflessione anche geografica, potremo ritenerci soddisfatti.


Michele Dell’Ambrogio

Circolo del cinema Bellinzona