Circolo del cinema di Bellinzona


casella postale 1202

CH6500 Bellinzona

il cinema di Valerio Zurlini

10 Gennaio - 2 marzo 2011

 

Cortometraggi

PUGILATORI

1952

Fotografia: Tino Santoni; assistente operatore: Pasqualino De Santis; musica: Roman New Orleans Jazz Band, Mario Nascimbene (supervisione); voce: Arnoldo Foà; produzione: Valerio Zurlini.

35mm, bianco e nero, 11’

“Per settimane e settimane frequentai palestre, parlai con atleti e visitai i luoghi del lavoro quotidiano: un’umanità semplice e povera che attraverso uno sport pericoloso e violento intessuto di sacrifici e di rinunce cercava una possibilità di riscatto al grigiore della sua vita (…) Girammo ovunque, in molte palestre o ai bordi dei ring di periferia dove si disputavano sordidi match di novizi ai primi scontri; seguimmo all’alba le corse di allenamento degli atleti nella città ancora addormentata o l’estenuante lavoro quotidiano (…) al quale quei giovani si presentavano puntuali avendo già speso almeno un’ora di sudore”.

(Valerio Zurlini, Gli anni delle immagini perdute, Reggio Emilia, Prandi, 1983)


IL MERCATO DELLE FACCE

1952

Fotografia: Pier Ludovico Pavoni; musica: Luciano Fineschi; aiuto regia: Rinaldo Ricci, Giulio Questi; voce: Arnoldo Foà; interpreti: Luisa Pizzi, Giuseppe La Torre, Armando Varriale, Mary Sorelli, Giuliana Fossato, Emma Di Naro; e con Mariolina Bovo, Gianni Franciolini, Giulio Questi, Francesco Rosi, Franco Zeffirelli; produzione: Silvano Valenti per Lux Film.

35mm, bianco e nero, 12’

“Il mercato delle facce, girato quasi interamente in una stanza del sindacato generici e comparse, è dedicato con solidarietà e attenzione ai poveri relitti che si guadagnavano sì e no di che mangiare ai margini del mondo del cinema. Una curiosità del film è costituita dal fatto che vi comparvero il povero Gianni Franciolini, Francesco Rosi e Franco Zeffirelli in veste di attori”.

(Valerio Zurlini, Gli anni delle immagini perdute, cit.)


SERENATA DA UN SOLDO    guarda  

1953

Soggetto e commento: Giulio Questi; fotografia: Pier Ludovico Pavoni; musica: A. Francesco Lavagnino; voce: Emilio Cigoli; produzione: Edelweiss Film.

35mm, bianco e nero, 12’

“Serenata da un soldo raccontava la vita e l’organizzazione dei pianini di Barberia. Quanti mestieri nasconde una città e quanti sfruttati dietro ogni mestiere! I suonatori erano per lo più meridionali e dipendevano, compensati con una paga miserrima, da una losca coppia di individui proprietari di una ventina di vecchie pianole che al mattino smistavano per la città fino al tramonto. I suonatori sceglievano i quartieri della periferia e sino a non molti anni fa quelle malinconiche cantilene popolari, non ancora soffocate dai rumori caotici del traffico, dall’ossessionante fracasso delle radioline, avevano un sapore paesano e confortante, un po’ come le cornamuse che scendono dalle montagne dell’Abruzzo nei giorni che precedono il Natale”.

(Valerio Zurlini, Gli anni delle immagini perdute, cit.)


LA STAZIONE

1953

Fotografia: Pier Ludovico Pavoni; ; musica: A. Francesco Lavagnino; voce: Emilio Cigoli; produzione: Edelweiss Film.

35mm, bianco e nero, 11’

“La stazione fu il primo esempio in assoluto di cinema verità, in anticipo di molti anni sulla nascita di questo stile. Il documentario fu girato in un mese, sempre nelle ore ancora livide dell’alba e sorprendeva dal vero la realtà di un’Italia che non è mutata: povera gente addormentata nelle sale d’aspetto di terza classe, meridionali in attesa del treno che doveva portarli al Nord per cercarvi un lavoro e tutta la vita nuda e segreta di quella bellissima stazione appena inaugurata (…) La macchina da presa non inventava niente, era solo un’attenta e fedele testimone di tanta umiltà e di così ingrate odissee”.

(Valerio Zurlini, Gli anni delle immagini perdute, cit.)


SOLDATI IN CITTÀ    guarda

1953

Fotografia: Pier Ludovico Pavoni; musica: A. Francesco Lavagnino; testo: Giulio Questi; voce: Arnoldo Foà; produzione: Edelweiss Film.

35mm, bianco e nero, 10’

La macchina da presa segue alcuni soldati durante la libera uscita per le vie di Roma. Mentre alcuni si aggirano come sperduti nei pressi della caserma, altri fraternizzano fra di loro e cercano di sconfiggere la solitudine con giochi chiassosi come la morra. “Ma non occorre molto perché comincino a fare conoscenze. I loro primi amici sono i bambini. Ne nascono amicizie sui campi di football della periferia o direttamente per la strada”. Certo, un’inguaribile nostalgia di casa riaffiora a volte e si fa pungente: l’arrivo di una lettera, il passaggio di un treno (…) E poi le donne. Incontri spesso malinconici, camminando in mezzo a strade desolate della periferia o stesi sui prati intorno all’EUR o seduti su un muretto del Lungotevere… E gli addii sono sempre molto tristi.

(da Valerio Zurlini, a cura di Sergio Toffetti, Torino, Lindau, 1993)