Circolo del cinema di Bellinzona


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CH6500 Bellinzona

MORIRE

ottobre - novembre 2010

 

TROIS COULEURS : BLEU
TRE COLORI – FILM BLU

Krzysztof Kieslowski

Francia/Svizzera/Polonia 1993

Sceneggiatura: Krzysztof Kieslowski, Krzysztof Piesiewicz; fotografia: Slawomir Idziak; montaggio: Jacques Witta; suono: Jean-Claude Laureux; musica: Zbigniev Preisner; interpreti: Juliette Binoche, Benoît Régent, Hélène Vincent, Florence Pernel, Charlotte Véry, Philippe Volter, Claude Duneton, Emmanuelle Riva…; produzione: Marin Karmitz per MK2/CED Productions/France 3 Cinéma/CAB Productions/C.E.D. Productions/Canal Plus/Zespol Filmowy TOR, Francia/Svizzera/Polonia 1993.

35mm, colore, v.o. francese st. t, 99’

Leone d’oro ex aequo con America oggi a Venezia e coppa Volpi a Juliette Binoche

Dopo aver perso il marito compositore e la figlia in un incidente, Julie (Binoche) si chiude in una solitudine totale, nascondendosi dietro uno pseudonimo e andando a vivere in un anonimo appartamento di Parigi. Ma prima una vicina dalla morale piuttosto equivoca (Pernel), poi l’assistente del marito (Régent) che l’ha sempre amata e che la convince a concludere il concerto lasciato incompiuto dal coniuge e infine la scoperta che non solo il marito aveva un’amante, ma che la donna è anche incinta, convincono Julie a tornare alla vita.

Il primo film della trilogia dedicata ai colori della bandiera e alle parole d’ordine della Rivoluzione francese (cui seguiranno Tre colori – Film bianco e Tre colori – Film rosso) prosegue la riflessione sulla morale “laica” iniziata col Decalogo. Questo film affronta il tema della libertà, inteso nella sua valenza assoluta: la possibilità di essere davvero liberi dallo straziante ricordo del passato si identifica per Julie col rifiuto di ogni coinvolgimento e di ogni “amore”, sensuale o psicologico che sia. Salvo poi accorgersi che questa libertà assoluta si trasforma nella sua negazione e che l’unica vera libertà, come ricordano le parole della Prima lettera ai Corinzi di San Paolo che accompagnano la composizione musicale del marito, è la libertà dell’amore.

(Il Mereghetti)